OLIGARCHI
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RIFORMIAMO I PARTITI E I SINDACATI
Questo blog è di promozione sociale non ha scopo di
lucro, nasce per creare nuove coscienze, nasce per divulgare autonomamente il pensiero del movimento 5 stelle e nel contempo studiare, analizzare
e commentare il fenomeno BEPPE GRILLO ,che ritengo sia importante per dare un colpo mortale alla partitocrazia, ai comitati d’affari dei partiti e dei sindacati che con i loro padrini-oligarchi hanno reso in decenni di disonestà istituzionale il nostro paese povero e senza futuro
usando soldi pubblici.
L SIGNOR BEPPE GRILLO GRUPPO SU FACEOOK FONDATO DA GABRIELE CERVI. per studiare GRILLO
La trasparenza del signor Grillo:
dov’è quel mezzo milione di euro?
Si tratta delle donazioni dei “movimentisti”, più di 14mila
persone. Il comico per ora non ha rendicondato nulla,
ma promette:
“A breve lo farò”
Beppe Grillo
Meno di un mese di “politica”, dopo l’elezioni in Parlamento, e per i “grillini” un’infilata di gaffe, mezzi scandali e situazioni imbarazzanti. Roberta Lombardi che elogia il fascismo, gli scivoloni televisivi di molti “cittadini” (che di Costituzione, Parlamento e legge elettorale, tra le altre, dimostrano di non sapere nulla), poi le polemiche sullo statuto. Note di colore, o poco più. Ora, però, la questione è un po’ più seria e riguarda i soldi. Per la precisione, 568.657 euro. Che fine hanno fatto?
Quei soldi… – Come riporta l’Huffington Post, a dicembre del 2012Beppe Grillo ha lanciato una campagna di raccolta fondi che sarebbe tutt’ora in corso. I soldi sarebbero dovuti servire, si legge nel sito, per “pagare le spese legali e per la promozione del M5S nel periodo pre-elettorale” nonché “per il supporto online degli attivisti”, mentre l’eventuale residuo sarebbe dovuto essere destinato “al conto corrente per i terremotati dell’Emilia”. La premessa è che quei soldi, per legge, possono essere utilizzati solo ed esclusivamente per gli scopi dichiarati, ma sul sito, alla voce ‘spese sostenute’, si legge: “Zero euro”.
Che fine hanno fatto? – Le domande invece sono tante. La pagina non è aggiornata? Se così non fosse, se cioè effettivamente quei soldi non sono stati spesi per la campagna elettorale, che fine hanno fatto? Tra l’altro, al momento, il residuo (cioè l’intera somma, salvo smentite) non è stato destinato alle popolazioni terremotate dell’Emilia. I giornalisti del quotidiano diretto da Lucia Annunziata hanno provato diverse volte a mettersi in contatto con Enrico Grillo, il fiduciario dei finanziamenti raccolti dal movimento. Invano, ovviamente: i grillini con la stampa (italiana) non ci parlano. Insomma, la domanda rimane senza risposta: che fine hanno fatto i soldi dei 14.646 donatori? Almeno loro avranno il diritto di saperlo? Dov’è in questo caso la tanto sbandierata trasparenza dei grillini?
La risposta di Grillo – Attraverso il blog è poi arrivato il chiarimento del comico genovese: “Le attività necessarie per le campagna elettorale del M5S, come l’allestimento dei palchi, sono state realizzate grazie al volontariato dei cittadini attivi”, premette Beppe Grillo. E aggiunge: “Tutte le spese sono state sostenute grazie a circa 15.000 persone che hanno donato in media poco meno di 40 euro a testa per un totale di 568.832 euro ad oggi”. Poi una stoccata ai politici: “E’ possibile, ed è stato dimostrato, fare politica senza intermediazione dei partiti, senza bisogno di soldi pubblici e garantendo la massima trasparenza sulle fonti di finanziamento”, rivendica Grillo, che spiega: “Tutte le voci di spesa saranno pubblicate, entro i termini di legge, nei prossimi giorni non appena sarà finita la meticolosa attività di rendicontazione”, confermando che “non tutti i soldi che sono arrivati sono stati effettivamente spesi. Come anticipato la parte
TE LO DO IO IL MASTER
M5s, Marta Grande: “Le mie lauree in
Italia non hanno nessun valore”
La grillina che dice d’ispirarsi a Nilde Jotti spiega:
“I miei titoli in Italia non hanno alcun valore”.
Un’altra farloccata dopo quelle di Giannino e Crosetto?
Marta Grande
Bella, giovane, una laurea in Alabama, un master in Cina. Anzi (forse) no. Marta Grande, la neo-deputata grillina in corsa per la presidenza della Camera, delle lauree non sa che farsene, o meglio, non Italia. Pare, infatti, che i titoli accademici conseguiti all’estero e sfoggiati nell’atto d’iscrizione alla Camera de Deputati, non abbiano nessun valore nel Belpaese. Dopo Oscar Gianninoe Guido Crosetto, l’epidemia della laure false ha colpito anche la grillina che dice d‘ispirarsi a Nilde Jotti. Ora, la sua corsa per la poltrona per Montecitorio potrebbe essere fortemente compromessa (sarebbe lei, infatti, uno dei nomi forti dei grillini che potrebbe strappare l’ok del Partito Democratico).
Le nomine – E pensare che soltanto lo scorso 12 marzo, Marta Grande, uscendo dall’incontro con la delegazione piddina, aveva dichiarato: “Ci aspettiamo che i candidati che proporranno siano all’altezza del ruolo, siano di specchiata moralità, che abbiano profili di trasparenza etica e che non abbiano contribuito a portare il Paese dove siamo arrivati”. Un identikit che, con questo affaire della lauree, sembra non descrivere la cittadina-deputata, Marta Grande. Oggi, giovedì 14 marzo, sono attese le nomine nell’Assemblea del Movimento 5 Stelle: i grillini dovrebbero decidere chi proporre come presidenti di Camera e Senato al termine di una riunione fiume che si protrae oramai da due giorni.
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Se invece di ritenersi i “salvatori della patria” fossero più onesti e leali innanzitutto con se stessi, ammettendo di essere comuni e normali e di aver fatto in passato errori come tutti quanti noi e di non avere il verbo nelle mani, ma solo il desiderio di mettersi al servizio della collettività con onestà, serietà, spirito di sacrificio e studio tanto tanto e tanto studio, solo la conoscenza aiuta a dare risposte alle domande.